Uragani e sovralzo di tempesta

Pericolosità Naturali

Uragani e sovralzo di tempesta

Preparato da ICoD – Euro-Mediterranean Centre on Insular Coastal Dynamics (Valletta, Malta) & the Editorial Board

Un uragano è un sistema di temporali con forti venti che circolano attorno ad un’area di bassa pressione chiamata ”occhio”. La pressione dell’aria fluisce dalla zona ad alta pressione verso quella a bassa pressione, seppure non in linea retta poiché la superficie terrestre ruota a diverse velocità (più veloce all’equatore e più lenta vicino ai poli); infatti, si sviluppa una spirale diretta verso l’interno, dando luogo alla tipica tempesta a forma ciclonica associata ad un uragano.

Un sovralzo di tempesta si verifica quando il livello dell’acqua marina si eleva oltre il limite delle maree astronomiche ed è provocato dal passaggio di una tempesta.

L’effetto è il risultato di un’azione combinata dei seguenti fenomeni: riduzione di pressione atmosferica, che causa un innalzamento dell’acqua marina di circa 1 cm per ogni millibar di caduta di pressione (effetto dell’inversione barometrica); forza del vento, che spinge l’acqua verso la costa; energia di trascinamento del vento sulla superficie marina, misurata come una forza orizzontale per unità areale. Quest’ultima è funzione della velocità del vento e della densità dell’aria.

Forza e direzione del vento giocano un ruolo predominante nel condizionare l’innalzamento del livello del mare, giacché l’azione del vento in posizione prossima alla costa determina un maggiore innalzamento del livello del mare rispetto ad una posizione off-shore. Inoltre, gli effetti legati all’azione del vento aumentano inversamente rispetto alla profondità dello spessore d’acqua, sicché aree caratterizzate da mare basso, come il Bangladesh, possono essere colpite da sovralzi di tempesta di magnitudo relativamente superiore. I sovralzi di tempesta costituiscono la causa principale dell’erosione costiera e la principale causa di morti a seguito dell’alluvionamento del retro-spiaggia. I sovralzi di tempesta sono condizionati da diverse variabili, tra cui i venti, la forma delle coste, la profondità del fondale in prossimità della costa, la dimensione e la struttura della tempesta.

Ogni nazione percepisce l’estrema necessità di stimare tali variabili, in particolare laddove sono presenti coste particolarmente vulnerabili a tale fenomeno naturale.

Un sovralzo di tempesta si verifica quando il livello dell’acqua marina si eleva oltre il limite delle maree astronomiche ed è provocato dal passaggio di una tempesta.

L’effetto è il risultato di un’azione combinata dei seguenti fenomeni: riduzione di pressione atmosferica, che causa un innalzamento dell’acqua marina di circa 1 cm per ogni millibar di caduta di pressione (effetto dell’inversione barometrica); forza del vento, che spinge l’acqua verso la costa; energia di trascinamento del vento sulla superficie marina, misurata come una forza orizzontale per unità areale. Quest’ultima è funzione della velocità del vento e della densità dell’aria.

Forza e direzione del vento giocano un ruolo predominante nel condizionare l’innalzamento del livello del mare, giacché l’azione del vento in posizione prossima alla costa determina un maggiore innalzamento del livello del mare rispetto ad una posizione off-shore. Inoltre, gli effetti legati all’azione del vento aumentano inversamente rispetto alla profondità dello spessore d’acqua, sicché aree caratterizzate da mare basso, come il Bangladesh, possono essere colpite da sovralzi di tempesta di magnitudo relativamente superiore. I sovralzi di tempesta costituiscono la causa principale dell’erosione costiera e la principale causa di morti a seguito dell’alluvionamento del retro-spiaggia. I sovralzi di tempesta sono condizionati da diverse variabili, tra cui i venti, la forma delle coste, la profondità del fondale in prossimità della costa, la dimensione e la struttura della tempesta. Ogni nazione percepisce l’estrema necessità di stimare tali variabili, in particolare laddove sono presenti coste particolarmente vulnerabili a tale fenomeno naturale.

Dimensione e struttura delle tempeste

Quando le tempeste tropicali, con venti che circolano intorno ad un “occhio” di bassa pressione a velocità superiori a 120 km/ora, si approssimano alla costa, spesso causano inondazioni da sovralzo di tempesta. A tali tempeste si attribuiscono differenti nomi a seconda di dove esse hanno luogo. Così, un forte Ciclone Tropicale (il termine generico per definire un sistema di bassa pressione, non frontale a scala sinottica, al di sopra di acque tropicali o sub-tropicali, con attività temporalesca e circolazione ciclonica dei venti superficiali)** può essere chiamato anche Uragano o Tifone.

(** Holland, G.J. (1993): “Ready Reckoner” – Chapter 9, Global Guide to Tropical Cyclone Forecasting, WMO/TC-No. 560, Report No. TCP-31, World Meteorological Organization; Geneva, Switzerland

  • “Ciclone tropicale” (Oceano Indiano sud-occidentale).
  • “Forte ciclone tropicale” (Oceano Pacifico sud-occidentale, ad ovest del 160°E, od Oceano Indiano sud-orientale, ad est del 90°E).
  • “Uragano” (Oceano Atlantico settentrionale, ad est della linea del cambio di data, od Oceano Pacifico meridionale, ad est del 160°E).
  • “Tifone” (Oceano Pacifico nord-occidentale, ad ovest della linea del cambio di data).
  • “Forte tempesta ciclonica” (Oceano Indiano settentrionale).

(Fonte: Atlantic Oceanographic and Meteorological Laboratory (AOML) / National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – http://www.aoml.noaa.gov/hrd/tcfaq/A1.html)

La grande differenza di pressione tra il limite esterno e l’ “occhio” della tempesta, esistente in questi sistemi di bassa pressione, genera forti venti che circolano a spirale, diretti verso il centro della tempesta. Nell’emisfero settentrionale, i venti che circolano intorno ad un uragano si muovono in senso anti-orario; per contro, il senso di movimento dei venti in un uragano dell’emisfero meridionale è orario. Questo a causa dell’effetto di Coriolis (conseguenza della rotazione della Terra).

Al centro di un uragano si trova un’area con cielo calmo e sereno (variabile tra 5 e 50 km in diametro, a seconda della dimensione dell’uragano). L’occhio della tempesta è circondato da una barriera che ospita i venti più forti, a sua volta delimitata da forti venti che si muovono a spirale e pioggia torrenziale. Verso il limite esterno dell’uragano la velocità dei venti si abbassa.

When the atmospheric pressure in an offshore area is lower than its surroundings it produces an area under the influence of a low pressure weather system.

The low pressure cells + strong winds + atmospheric lift result in cyclonic storms.

Tropical or ‘equatorial cyclones’ are so named due to their origin being largely in the Tropics.

Formation is characteristically in moist (maritime) and warm (tropical) air masses. The process of rising moist (maritime) air produces heat that gives rise to condensation of the water vapour in the moist air. This in turn generates tropical cyclones. Such storms are characterized by thunderstorms that produce strong winds and flooding.

(source: http://www.weatherquesting.com/hurricane-spin.htm)

A hurricane is a system of violent thunderstorms with high winds circulating about a central low-pressure area, called the eye. Air pressure flows from higher pressure towards lower pressure, although not in a straight line because the Earth’s surface spins at different speeds (faster at the equator, slower near the poles); instead, it spirals inwards (see Figure 1).

Figure 1: Counter-clockwise spin of a Hurricane (source: NOAA, USA).

In the Northern Hemisphere for example, higher-pressure areas from the north, west, east and south will move towards a low pressure centre (L in the above diagram).

The air to the north moves eastward slower than the low-pressure area while the air to the south moves faster than L. The different speeds cause the air to circulate counter-clockwise about the low.

Tropical cyclones are also associated with the generation of Tornadoes which are powerful, rotating funnels of air.

Tornadoes are linked:

  • at their top, to clouds involved in thunderstorms and other intense weather (typically tall, dense clouds that are the result of atmospheric instability).
  • at their base with the earth’s surface where they are often encircled by debris.

Non esistono specifiche tipologie di sovralzi di tempesta, ma possono essere classificati in base al loro potere di allagamento che è direttamente correlato all’intensità dell’uragano che ha generato il sovralzo di tempesta.

L’intensità degli uragani è classificata dalla scala di Saffir-Simpson (da 1, bassa, a 5, alta), ora rinominata Saffir-Simpson Hurricane Wind Scale.

Due distinte cause meteorologiche contribuiscono alla formazione dei maggiori sovralzi di tempesta, in grado di causare erosione, alluvioni e annegamenti.

Sono i cicloni tropicali ed extra-tropicali. Entrambi sono pericolosità naturali che si generano in modo rapido e che possono durare giorni.

  1. I cicloni tropicali sono ampi sistemi di bassa pressione (da meno di 100 a diverse centinaia di km in diametro) che acquistano intensità tra la latitudine di 5° e la latitudine di 25°. La temperatura della superficie del mare deve essere alta (> 26°C), così come l’umidità relativa e l’evaporazione; la componente verticale del vento deve essere debole e deve esservi instabilità atmosferica (Henderson-Sellers and Lewis, 1998; Landsea et al, 1999)). Al suo centro vi è “l’occhio”, un’area di cielo calmo e sereno, circondata da un muro che ospita i venti e le piogge più forti, con movimento rotazionale anti-orario nell’emisfero nord ed orario nell’emisfero sud. I cicloni tropicali sono piccoli, ma potenti.
  2. I cicloni extra-tropicali determinano la gran parte delle alluvioni e dei fenomeni di erosione nelle spiagge delle medie latitudini. Le velocità dei venti e l’altezza dei sovralzi sono molto più basse rispetto ai cicloni tropicali, ma hanno una estensione molto superiore (ovvero maggiore di 1000 km) e si estendono regolarmente per diversi cicli tidali. Le tempeste degli USA sono state classificate anch’esse in 5 categorie sulla base dell’altezza significativa delle onde (H1/3 = media di 1/3 delle onde più alte), della durata (D) e della potenza (P) dove P=H21/3.

Once a tropical cyclone hits the coast, the severity of storm surge impact is influenced by a number of aspects:

  • offshore sea depth.
  • coastline configuration.
  • cyclone orientation as it lands.
  • wind characteristics (speed, intensity).
  • cyclone radius.

Storm surges are pronounced:

  • over shallow water bodies
  • persistent strong winds
  • persistent low atmospheric pressure.

Resulting in coastal flooding that may impact many kilometers inland.

Storm surges are particularly pronounced:

  • in areas having a large tidal range
  • when occurring at high tide

Under such circumstances, the resulting surge is called a storm tide that includes the accumulative sea level elevation arising from the:

  • storm
  • tide
  • wave run-up
  • freshwater flooding.

Laddove siano presenti sistemi di bassa pressione (da meno di 100 a più di 1000 km) e la loro intensità sia amplificata dal passaggio sopra acque calde dell’oceano tra i 5° e i 25° di latitudine.

Quando i venti soffiano sulla costa ed in aree costiere, specialmente quelle caratterizzate da piattaforme ampie e basse, a forma di imbuto, come ad esempio la baia di Bohai, in Cina, il Golfo del Bangladesh e la Frisia tedesca, si possono generare grandi e potenti sovralzi di tempesta. Possono essere amplificati in coincidenza di maree astronomiche più alte della media – in occasione di luna nuova o piena (maree primaverili) e in corrispondenza dei solstizi e degli equinozi (Wood, 1986). Queste sono a loro volta rafforzate in coincidenza del perigeo (la distanza minima tra terra e luna) o del perielio (la distanza minima tra terra e sole). Le maree delle alte latitudini sono ulteriormente amplificate durante il ciclo nodale lunare di 18,6 anni, quando l’angolo tra il piano orbitale della luna e l’ellittica è minimo.

Al di fuori dei tropici, le tempeste delle medie latitudini ed i loro fronti freddi rappresentano la causa principale dei sovralzi di tempesta.

Le regioni costiere sono particolarmente sensibili ai cicloni tropicali, giacché questi sono generati in corrispondenza di acque oceaniche calde. Gran parte dell’energia del ciclone verrà dissipata sulla costa, dando vita a venti sempre più deboli verso l’entroterra. In ogni caso, rimane la potenziale minaccia di forti temporali, causa di gravi allagamenti nell’entroterra.

In base agli standard di riferimento attuali, circa il 19,5% (391.812 km2) della somma dei territori costieri di 84 nazioni è vulnerabile ad inondazioni legate a sovralzi di tempesta con frequenza secolare. Un eventuale aumento del 10%, conseguente al previsto innalzamento del livello del mare, può ampliare la superficie potenzialmente inondabile fino al 25,7% (517.255 km2). Questo si traduce in una minaccia da inondazioni per altri 52 milioni di persone; 29.164 km2 di aree agricole; 14.991 km2 di aree urbane; 9% del PIL delle aree costiere ed il 29,9% di quello delle zone umide, con gli impatti maggiori per l’America Latina e i Caraibi, mentre le perdite di PIL delle aree litorali potrebbero essere molto alte in Asia Orientale ed in America Latina.

On Feb 1, 1953.a storm originating in the North Sea hit the Netherlands inundating 150,000 ha and killing >1800 people. Prior to this in 1281, > 80,000 died and in 1421 > 100,000.

The surge of 2.7m at Southend also caused much damage in eastern UK (Alexander, 1993).

Alexander, D. 1993 Natural disasters, Chapman and Hall, New York.

Bangladesh is particularly vulnerable, having a low topography so that the coast is virtually at sea level, shallow continental shelf, high tidal range and a high population density. In 1970 >220,000 people died with a recorded surge of >9m (Pugh, 1987; Murty and Flather, 1994); 11,000 died in May, 1985 and circa 200,000 died in 1991 (Alexander, 1993). The Saxby gale of 1869 caused huge damage along the Bay of Fundy, Canada with a surge >2m The Galveston, USA, hurricane in 1900, raised water levels by >5m killing around 6,000 people; in 1938 a hurricane with a 2m surge swept across Long Island and southern New England killing >700 people (Ludlam, 1988); the Ash Wednesday storm of 1962 affected the entire eastern seaboard of the USA and lasted over five tidal cycles. In 1992, the New York metro was flooded by a >2m surge, resulting in human loss of life; and property damage; the Halloween storm’ of 1991, basis of the film, ‘The Perfect Storm’, Hugo in 1989 in South Carolina, Andrew in 1992 in the Florida Keys and Katrina for New Orleans all give evidence of surges that cost lives and property.

Ludlam, D.M. 1988. The great hurricane of 1938, Weatherwise, 41, 214-216.
Murty, T.S., and Flather, R.A., 1994.Impact of storm surges in the Bay of Bengal, In Finkl, C.W. Jr. (ed.) Coastal hazards: Perception, susceptibility and Mitigation. J Coastal Research, SI 12, 149-161.
Pugh, D.T. 1987. Tides, surges and mean sea level. J Wiley and Sons, Chichester.

Nichols et al (2008) investigated 136 port cities around the world having >one million inhabitants in 2005, to exposure of coastal flooding due to storm surge and damage due to high winds in the 2070’s. Across all cities, about 40 million people (0.6% of the global population or roughly 1 in 10 of the total port city population in the considered cities) are exposed to a 1 in 100 year coastal flood event. By the 2070s, total population exposed could grow to circa 150 million due to the combined effects of climate change (sea-level rise surges and increased storminess), subsidence, population growth and urbanisation. Asset exposure could reach US $35,000 billion by the 2070s; more than ten times current levels rising to some 9% of projected global GDP in this period. On a global-scale, population growth, socio-economic growth and urbanization are the most important drivers of the overall increase in exposure.

Nicholls, R.J., Hanson, S .,. Herweijer, N., Patmore,, S. Hallegatte, J., Corfee-Morlot, J., Château and R. Muir-Wood (2), 2008. Ranking port cities with high exposure and vulnerabilitiy to climate extremes exposure estimates, Environment Working Papers No.1, OECD, 68pp.

Mediterranean cyclones are infrequent to rare with debate concerning their typology (tropical cyclones, subtropical cyclones or polar lows). They develop over open waters under strong, initially cold-core cyclones, similar to subtropical cyclones in the Atlantic Basin with typically non-tropical origins (source: http://en.wikipedia.org/wiki/Mediterranean_tropical_cyclone).

While Mediterranean sea surface temperatures in late-August and early-September range between +24 to +28°C, research indicates water temperatures of 20 °C are normally required for cyclone development and it appears that elevated cold air may bebe the main trigger for instability in the development of these systems.

It has been suggsted that a “hurricane season in the Mediterranean would be June – November ( similar to the North Atlantic hurricane season). 

Recent US National Academy of Sciences study has shown powerful links between rising ocean temperatures in the key hurricane breeding grounds of the Atlantic and Pacific and an increase in the intensity of such storms.(source: http://www.theaustralian.news.com.au/story/0,25197,22080458-30417,00.html).  For example:

  • 2004, Cyclone Catarina, South Atlantic
  • 2005 Hurricane Vince, Madeira in Portugal, an area that had never before produced such storms. It even struck Spain – another first.
  • 2005, New Orleans overwhelmed by Hurricane Katrina.
  • 2005: US Gulf coast, Hurricane Rita, the 4th most intense Atlantic hurricane ever recorded.

It has been further suggested that climate change induced warming in the Mediterranean may be enabling it to store enough heat to trigger the formation of its own hurricanes.

Mediterranean tropical cyclone – October 6-10, 1996 which resulted in serious flooding in the Balearic Islands, Sardinia, and south Italy. Winds of up to 145 km/h were reported over the Eolian Islands, causing infrastructural damage and four deaths. (source: http://en.wikipedia.org/wiki/Mediterranean_tropical_cyclone)

  • Perdita di vite umane
  • Inondazioni = perdite ambientali e costi economici.

Gli uragani causano più vittime di qualsiasi altra tipologia di tempesta. Le nazioni a basso reddito, in particolare, possono subire danni molto significativi, ad esempio il Salvador, lo Yemen e il Mozambico.

Le aree urbane di queste nazioni non possiedono infrastrutture che possano gestire il corretto deflusso delle acque in occasione delle tempeste e quelle esistenti sono spesso vecchie e prive di manutenzione.

Hallegatte et al (2008) using Copenhagen as a case study, showed that was not highly vulnerable to storm surges and coastal floods. Man-made defences, are necessary, as without them, economic losses caused by a current 10 yr storm surge event, would reach Euros 2.5 billion Without man-made defences, sea level rise would increase coastal flood risks in a significant manner, i.e. 50 cm of sea level rise would increase by 55% the losses caused by the 120-yr event, from Euros 3 to 5 billion.

Stéphane Hallegatte ,Nicola Patmore , Olivier Mestre, Patrice Dumas, Jan Corfee Morlot, Celine Herweijer and Robert Muir, 2008. Assessing Climate Change Impacts, Sea Level Rise and Storm Surge Risk in Port Cities: A Case Study on Copenhagen, OECD Environment Working Paper, No. 3.

  • Le conseguenze possono essere ridotte attraverso una maggiore consapevolezza pubblica.
  • Il miglioramento delle previsioni meteorologiche può permettere una allerta precoce rispetto a tali eventi, in modo da agevolare le operazioni di evacuazione. Comunque, questo è possibile più per i paesi sviluppati che per quelli emergenti, dove ampie fasce di popolazione vivono in regioni agricole, a basse quote, molto suscettibili all’impatto di inondazioni e dove le informazioni sono spesso non disponibili e/o non adeguatamente fornite alla popolazione in tempi brevi.
  • Sono necessarie opere di protezione, giacché senza di queste si stima che un evento con tempo di ritorno di 10 anni possa causare perdite economiche fino a 2,5 miliardi di Euro.
  • Senza opere di protezione, l’innalzamento del livello medio del mare potrebbe accrescere il rischio inondazioni delle aree costiere in maniera significativa, ovvero, un innalzamento di 50 cm aumenterebbe del 55% le perdite causate da una evento con tempo di ritorno di 120 anni, da 3 miliardi a 5 miliardi di Euro.

Gli uragani e le tempeste che generano i sovralzi di tempesta sono fenomeni naturali che non possiamo controllare. Nonostante questo, è stato ipotizzato come il riscaldamento globale (la componente del cambiamento climatico pesantemente influenzata dalle emissioni di gas serra antropici) possa determinare un’instabilità meteorologica risultante in una maggiore frequenza ed in una maggiore intensità di uragani e sovralzi. In tale contesto, frenare il riscaldamento globale potrebbe contribuire a diminuire i trend potenziali di incremento dell’attività degli uragani e dei sovralzi di tempesta.

Si. Le previsioni meteorologiche, in particolare attraverso modelli matematici, sono sufficientemente affidabili per prevedere i sovralzi e vengono costantemente migliorate. Il principale problema nel prevedere tale pericolosità risiede nella capacità del sistema di diffondere l’informazione relativa alla pericolosità stessa. Vengono usati diversi modelli, come il WES Implicit Flooding Model e lo SLOSH, utilizzato dallo US National Weather Service per le previsioni in tempo reale. I dati di input sono la pressione minima centrale, il raggio, il percorso e la velocità della tempesta. Esistono anche altri modelli, come quello di Hubbart and McInnes, (1997), che considera mobile l’interfaccia tra la terra e l’acqua, capace di inondare l’entroterra all’innalzarsi del livello dell’acqua.

Le simulazioni di Emmanuel et al. (2008) su oltre 2000 tracciati di tempesta, indicano che la frequenza dei sovralzi di tempesta diminuirà nell’emisfero meridionale e nell’Oceano Indiano, mentre aumenterà nell’Oceano Pacifico nord-occidentale. Le simulazioni evidenziano, inoltre, come i cambiamenti nell’attività dei cicloni tropicali siano altamente influenzati da una crescente differenza (dovuta ad un clima più caldo) tra l’entropia d’aria umida dello strato limite atmosferico e quella della media troposfera. Sono modelli “integrati oceano-atmosfera, costruiti in coordinate di momento angolare, che permettono di raggiungere un’alta risoluzione del nucleo a bassi costi”.

Kerry Emanuel, Ragoth Sundararajan, and John Williams, 2008. Hurricanes, and Global Warming: Results from Downscaling IPCC AR4 Simulations, Bulletin of the American Meteorological Society, 89(3) 47–367

The Sea, Lake, and Overland Surge from Hurricanes (SLOSH) model

  • Provides real time forecasting and hurricane storm surge inundation maps for the U.S. Atlantic coast, Oahu, the Bahama Islands, Puerto Rico, and the Virgin Islands. (source: http://www.wunderground.com/hurricane/surge_images.asp).
  • Accuracy of the SLOSH model is advertised as +/- 20%. It provides 2 sets of images:
  • Maximum Water Depth“ – water depth at each grid cell of the SLOSH domain. Thus if inland at elevation of 10ft > MSL, and combined storm surge and tide ( “storm tide”) is 15ft at your location, then the water depth image will show 5ft of inundation.
  • Maximum Storm Tide“ – how high above mean sea level the sum of the storm surge plus the tide reaches.
  • Over the ocean, the storm tide and water depth images will show the same values.
  • Images are generated for high tide, thus showing worst-case inundation scenarios for mid-strength hurricanes of each Saffir-Simpson Category (1- 5).

However, the US National Hurricane Center no longer includes storm surges and flooding for hurricane categories stating that people are not acting upon warnings. In part, this may be a result of past discrepancies that have occured between forecasted and actual. For example, Hurricane Ike, a Category 2 on the Saffir-Simpson scale, had winds of 96-110 mph, and a storm surge of 3.5 – 6.8m. The forecasted storm surge was of a Category 5 storm i.e. winds greater than 155 mph. A Category 2 hurricane, on the Saffir-Simpson scale, has a storm surge of 6 to 8 feet. (1.8 to 2.8m)

No, finché non riusciremo a controllare le dinamiche meteorologiche. Ciò di cui vi è bisogno è una maggiore preparazione nei confronti delle catastrofi naturali.

  • Identificare le aree ad alto rischio sovralzi di tempesta (carte dei sovralzi di tempesta).
  • Raccogliere dati empirici necessari per ottenere curve dei tempi di ritorno per le alluvioni e le tempeste (particolarmente per paesi con economie emergenti).
  • Creare un sistema di previsione dei sovralzi di tempesta.
  • Sviluppare/implementare un sistema di informazione ed allerta.
  • Evacuare le aree ad alto rischio (ad esempio aree costiere a basse quote) qualora venga previsto un sovralzo di tempesta o un uragano.

La riduzione degli effetti dannosi rappresenta il cuore della mitigazione ed è definita come l’insieme delle misure economicamente efficaci intraprese per ridurre il potenziale di danno che la pericolosità può determinare su di una comunità. La mitigazione della pericolosità è un’azione intrapresa per ridurre od eliminare il rischio di lungo periodo relativo alle persone ed alla proprietà, determinato dalle pericolosità e dai loro effetti. Un programma di mitigazione della pericolosità dovrebbe porsi 5 obiettivi principali:

  • Mantenere e, se possibile, migliorare la qualità ambientale;
  • Mantenere e, se possibile, migliorare la qualità della vita;
  • Identificare un’equità inter-governamentale;
  • Identificare interessi e problemi comunitari;
  • Favorire la resilienza locale verso le catastrofi.

In sostanza, la mitigazione del rischio costiero può essere suddivisa in 4 aree principali:

  • Pianificazione: in relazione ai piani di gestione della spiaggia e della costa. Le pericolosità dovrebbero essere identificate ed analizzate nella fase di pianificazione dello sviluppo della costa, in modo che possano essere identificate le aree ad alto rischio e, laddove possibile, le persone possano essere evacuate od avvisate.
  • Educazione: si riferisce all’educazione alla sicurezza in ambito costiero, a cominciare dalla scuola primaria, includendo tutti gli utilizzatori della spiaggia, compresi i turisti nazionali ed internazionali.
  • Risorse per la sicurezza: si riferisce alla disponibilità di personale e di risorse materiali.
  • Supporto medico: il supporto per chi viene salvato ed ha bisogno di urgenti cure mediche. Questo comprende l’accesso ad ambulanze ed elicotteri, la presenza di un presidio medico vicino e di bagnini ben addestrati ed equipaggiati.

Non appena viene previsto un sovralzo di tempesta od un uragano, le persone dovrebbero essere evacuate dalle aree a basse quote. Pertanto, allerte come quelle emanate in occasione dei maremoti sono necessarie in tutte le aree a rischio. Poiché per i paesi del Terzo Mondo non sono disponibili dati empirici per ottenere curve dei periodi di ritorno di alluvioni e tempeste, il sovralzo indotto da una tempesta viene stimato utilizzando modelli matematici, come ad esempio il WES Implicit Flooding Model (Butler and Sheng, 1982). Lo US National Weather Service usa lo SLOSH model (Jelesnianski et al, 1992) per effettuare previsioni in tempo reale. I dati di input sono la pressione minima centrale, il raggio, la traccia e la velocità della tempesta. L’onda di run-up di corto periodo viene omessa ed il modello viene regolarmente utilizzato negli Stati Uniti. Esistono anche altri modelli, ad esempio quello di Hubbart and McInnes, (1997), che considera mobile l’interfaccia terra-acqua, capace di inondare l’entroterra all’innalzarsi del livello dell’acqua.

La storia ci insegna che la mancanza di consapevolezza e preparazione rispetto agli uragani è un filo comune che unisce tutte le maggiori catastrofi. Conoscere la tua vulnerabilità e le azioni che dovresti intraprendere potrebbe ridurre gli effetti di una catastrofe provocata da un uragano.

Le azioni di sicurezza in occasione di un sovralzo di tempesta comprendono:

  1. Ascoltare e prestare attenzione alle previsioni del tempo e, se possibile, radunare la propria famiglia;
  2. Cercare di raggiungere posizioni elevate o la sommità di una struttura stabile, di modo che l’acqua fluisca sotto o attraverso la struttura stessa;
  3. Cercare di mantenere la calma e di avere acqua pulita con te;
  4. Se possibile, usare un telefono cellulare per contattare le autorità d’emergenza.

Il National Hurricane Centre dello US National Weather Service (http://www.nhc.noaa.gov/) fornisce le seguenti indicazioni per l’evacuazione:

  • Ridurre al minimo la distanza che devi percorrere per raggiungere una posizione sicura; se percorri un tragitto lungo, aumentano le probabilità di incontrare traffico congestionato ed altri problemi sulle strade.
  • Selezionare la destinazione di possibile evacuazione più vicina, preferibilmente all’interno della zona in cui ti trovi, e traccia il tuo percorso. Non metterti in strada senza aver già pianificato un percorso o individuato un luogo da raggiungere.
  • Scegli la casa dell’amico o del parente più vicino al di fuori di una prestabilita zona di evacuazione e discuti il tuo piano con loro prima della stagione degli uragani.
  • Puoi anche scegliere un hotel od un motel al di fuori dell’area vulnerabile.
  • Se nessuna di queste opzioni è percorribile, considera l’eventualità di raggiungere il più vicino rifugio pubblico, preferibilmente all’interno della zona in cui ti trovi.
  • Utilizza i percorsi di evacuazione stabiliti dalle autorità e, se possibile, prendi confidenza con il percorso percorrendolo prima che venga emanato un ordine di evacuazione.
  • Contatta l’ufficio di riferimento preposto alla gestione dell’emergenza, per registrarti o per acquisire informazioni relative a persone, presenti nella tua zona di residenza, che potrebbero avere bisogno di assistenza speciale durante l’evacuazione.
  • Prepara un piano separato per gli animali domestici, poiché molti rifugi pubblici non accettano animali domestici.
  • Prima di lasciare la tua abitazione, chiudi le finestre e le porte, portando dentro tutti gli oggetti del giardino e disattivando tutti i servizi.
  • Prima di lasciare la tua abitazione, fai rifornimento all’automobile e preleva contante extra dal bancomat.
  • Prendi con te tutte le medicine a te prescritte e gli oggetti medicali speciali, come occhiali e pannolini.
  • Se il tuo piano di evacuazione familiare include un RV, una barca o una roulotte, parti prima possibile. Non aspettare di partire quando l’ordine di evacuazione è già stato impartito.
  • Se abiti in una zona d’evacuazione e ti è stato ordinato di evacuare da parte di ufficiali locali o statali, fallo il più velocemente possibile. Non aspettare o ritardare la tua partenza perché potrebbero aumentare le probabilità di rimanere bloccato nel traffico o addirittura di non riuscire ad evacuare affatto.
  • Metti in conto la possibilità che vi siano congestioni nel traffico e ritardi durante l’evacuazione. Metti in conto e pianifica tempi di percorrenza significativamente più lunghi del normale per raggiungere la destinazione prescelta per la tua famiglia.
  • Resta sintonizzato su di una radio locale o su di una televisione e ascolta attentamente ogni avviso o specifica istruzione proveniente da ufficiali locali. Ascolta la tua stazione radio delle previsioni del tempo.

The Virginia (US) Department of Emergency Management suggest the following steps in the preparation of a home evacuation plan:

  • Coastal residents should become familiar with their designated evacuation routes and know where they will go if ordered to evacuate. Emergency officials have designated hurricane evacuation routes for Hampton, the Eastern Shore, Norfolk, Poquoson, the Middle Peninsula, the Northern Neck, Virginia Beach and York County. City or county officials will issue a evacuation order if conditions warrant it. If you have questions about your area’s evacuation routes, you can contact your local emergency manager.
  • Residents living inland should know where to go if ordered to evacuate their area. Flash floods can develop in a matter of minutes, with little or no warning. Know ahead of time where your family should go to find higher ground.
  • Identify ahead of time where you could go if you have to leave your home. Choose several places, such as a friend’s home in another town, a motel and a shelter.
  • Remember that evacuation shelters often do not supply pillows, blankets or sheets. Bring these items with you.
  • Animals other than service animals are usually not permitted into evacuation shelters. Make a plan ahead of time with a friend or relative, a veterinarian or a kennel that offers pet sheltering. Visit the Virginia Department of Agriculture and Consumer Services Office of Communications (VDACS) pet emergency planning http://www.vdacs.virginia.gov/animals/petshelter.shtml for more information.
  • When severe weather is approaching, make sure you emergency supplies kit is nearby and listen to local radio or TV stations for evacuation instructions — you might have only minutes to act.
  • Keep the telephone numbers of evacuation shelters with a road map. You may need to take alternate or unfamiliar routes if major roads are closed or clogged.
  • Be sure to review your evacuation plan regularly to ensure that all of the information contained in it is still up to date. Make sure that all family members are familiar with the plan.

Carte dei sovralzi di tempesta (http://www.hremc.org/surge.htm)

La vulnerabilità di una comunità locale rispetto alle alluvioni causate dagli uragani può essere valutata analizzando le carte dei sovralzi di tempesta create specificatamente per una determinata regione:

  • Le carte dei sovralzi offrono una indicazione generale rispetto all’estensione degli allagamenti che possono essere causati da varie categorie di uragani.
  • E’ importante capire l’informazione in esse contenute: la valutazione dell’estensione che l’allagamento può raggiungere può essere considerata come lo scenario peggiore tra tutte le direzioni possibili che la tempesta può percorrere.
  • Le carte dei sovralzi non indicano i tiranti d’acqua e non considerano la componente dell’allagamento data dalle forti piogge che accompagnano l’uragano.
  • L’estensione dell’allagamento dipende anche dalle variazioni di marea.

Per cosa vengono utilizzate?

Le carte che mostrano le possibili aree allagate dopo un sovralzo di tempesta vengono preparate dalle autorità per ridurre il rischio di possibili perdite all’interno di un’area costiera. Un esempio è stato predisposto dallo European Spatial Planning Observation Network (ESPON) come si può vedere nella figura sotto.

For maps and further information see:

www.metoffice.gov.uk/corporate/pressoffice/anniversary/floods1953.html – 27k –
www.nhc.noaa.gov/HAW2/english/storm_surge.shtml – 45k –
www.nhc.noaa.gov/HAW2/english/storm_surge.shtml – 45k –
Storm surge – Wikipedia, the free encyclopedia
en.wikipedia.org/wiki/Storm_surge – 113k –
www.metoffice.gov.uk/corporate/pressoffice/anniversary/floods1953.html – 27k –
www.ohsep.louisiana.gov/factsheets/stormsurges.htm – 57k –
www.comet.ucar.edu/nsflab/web/hurricane/313.htm – 7k –
www.youtube.com/watch?v=-R78DHqFOyY – 135k –
USATODAY.com –
www.usatoday.com/graphics/weather/gra/gsurge/flash.htm – 2k –
blogs.worldbank.org/climatechange/risk-intensified-storm-surges-high-stakes-developing-countr… – 51k –
www.cnn.com/2009/US/weather/05/15/hurricane.scale/index.html – 71k –
www.newscientist.com/article/mg20227025.100-hurricane-speed-reveals-where-storm-surges-will-s… – 53k